ESCURSIONE IN BARCA PER ESPLORARE I DINTORNI DI MAHE’

Essendo un’isola abbastanza grande e avendo poco più di una settimana per visitarla, abbiamo deciso di prendere parte ad un’escursione soltanto, dando priorità alla scoperta autonoma del luogo. Insieme a Pearl, la ragazza che ci ha accolti al CasaDani, abbiamo riflettuto su quali tappe fare durante la nostra uscita in barca.

Al mattino, dopo colazione, ci siamo recati al porticciolo di Bel Ombre. Durante l’attesa, fantasticavamo su quale potesse essere la “nostra” barca; guardavamo le più grosse, le più colorate e quelle con più potenza di motore, mai avremmo pensato di salire su quella più piccola (meglio!)… Stava per iniziare la nostra autentica avventura seicellese! Abbiamo conosciuto lo skipper, un signore sulla cinquantina, che parlava solo creolo.

Durante il tragitto, costeggiando la costa nord-occidentale, abbiamo ammirato gli imponenti massi a picco sul mare e siamo riusciti a saperne di più riguardo l’orientamento sull’isola. Nonostante parlassimo lingue diverse, la guida è riuscita a rispondere alle nostre curiosità ed è stato gentilissimo ad illustrarci le zone più interessanti, segnalandole di tanto in tanto con il dito.

Dopo circa mezz’ora di navigazione siamo sbarcati ad Anse Major, una piccolissima baia remota, situata a nord, raggiungibile in barca (oppure con un lungo trekking in mezzo alla “foresta”). Anse Major è un capolavoro, non solo per la sua bellezza da cartolina, ma soprattutto per la sua atmosfera lugubre, misteriosa e abbandonata. Ovviamente eravamo solo noi, ma quando ho messo piede sulla sabbia, mi è venuto istintivo guardarmi intorno per prendere coraggio ed esplorare. Sulla destra è collocato un gazebo in legno, sembra abbandonato, riporta incisi alcuni simboli indecifrabili, poi, andando avanti, c’è un chioschetto con bambole impiccate, boe appese, un timone di una nave, un’insegna con scritto “happines house” e qualche indumento che porta a pensare che qualcuno, in passato, abitasse lì, oppure che qualche naufrago fosse capitato lì per sbaglio. E se invece fosse un luogo di culto di qualche popolazione indigena? O forse in passato facevano riti religiosi… induce la mente a fantasticare sui segreti che custodisce. E’ davvero una spiaggia stravagante. Ciliegina sulla torta: quando eravamo lì è scoppiato anche un bel temporale…classica scena da film horror?

Il nostro “amico” è tornato a prenderci all’orario concordato, “eravamo ancora vivi” e siamo salpati verso l’Ile Thérèse, un isolotto disabitato a ovest di Mahé, dove abbiamo trascorso l’intero pomeriggio tra un bagno e l’altro. Durante la navigazione, ci ha informati che stavamo attraversando una zona in cui è possibile avvistare la pinna di qualche squaletto… siamo sicuri con una barca così piccola? Per fortuna nessun avvistamento e in lontananza vedevamo solo la “nostra” isola baciata dal sole che si ingrandiva sempre di più, man mano ci avvicinavamo. Quì è il classico paradiso terrestre: sabbia bianchissima, acqua cristallina e qualche palma per completare il paesaggio.

Al ritorno ci ha mostrato, senza scendere dalla barca, Port Launay, una bellissima spiaggia attrezzata, che purtroppo abbiamo tralasciato per andare ad Ile Thérèse….dovevamo fare una scelta.

Chiacchierando a gesti abbiamo capito che la nostra guida turistica è un pescatore, infatti durante le tappe ad Anse Major e ad Ile Thérèse, si è procurato la cena, stando ad aspettare con il lamo in mezzo al mare. Ci ha fatto vedere la tecnica della pesca dei calamari (sia chiaro, non ne abbiamo preso neanche uno) e prima di attraccare al porto, abbiamo sostato inaspettatamente a casa sua, per allungare il pescato del giorno alla famiglia. Adoro poter assistere a questi momenti di vita quotidiana delle persone locali.

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