La parola “Borneo” evoca terre selvagge, foreste incontaminate, etnie locali e specie endemiche.
Purtroppo tutto questo rimane soltanto nell’immaginario delle persone, perché oggi il Borneo non è più così. Questo polmone verde è in grave pericolo.
Gran parte del territorio è stato distrutto, modificato da un’ideologia prettamente economica, che non ha lasciato scampo alla natura e alle popolazioni locali.
Tempo fa la mano dell’uomo ha deforestato intere aree, impiantando artificialmente ampie coltivazioni di palme da olio. In questo modo è stato alterato per sempre il preziosissimo ecosistema: ad un certo punto la vegetazione non era più sostenibile per gli animali, le popolazioni locali furono costrette a rifugiarsi nei centri urbani e la fauna endemica è sopravvissuta nei pochi luoghi rimasti. Tutto questo ha provocato una grave alterazione degli equilibri naturali.
Oggi il Borneo è un’ambiente modellato dall’attività umana.
Ed ecco che il sogno del viaggiatore si sgretola; ci si rende conto che per vivere e vedere quel che era, occorre rifugiarsi nei santuari, nei centri di recupero delle specie protette o nelle poche aree di foresta rimasta vergine.
Un altro grave problema è lo smaltimento dei rifiuti. Queste terre credo non abbiano né i mezzi né la concezione di gestione dell’immondizia. Purtroppo una delle cause è l’arrivo impattante di un turismo tutt’altro che sostenibile.
L’estrema velocità con cui hanno ampliato i centri urbani, la costruzione di numerosi alloggi, l’approdo di un turismo totalmente fuori controllo e l’offerta di servizi sempre più agiati, credo abbiano portato ad una difficile gestione dei rifiuti.
Spesso vengono bruciati o lasciati per strada: le città sono sporche e i mari inquinati. Abbiamo visto alcune zone completamente invase dalla plastica; frammenti di mare che sembrano discariche, tappi e bottiglie galleggiano sopra la sofferente barriera corallina e le correnti portano a riva quello che gettiamo.
Per fortuna qualche agenzia locale si sta adoperando per ripulire il mare, ma servono ben altri sforzi; occorre un’ideologia forte e una buona educazione al turismo.
Continuiamo ad assecondare i capricci del turista medio, espropriamo le comunità locali delle proprie terre, edifichiamo aree verdi, costringiamo gli animali a vivere nei recinti… fin che non si imparerà a viaggiare responsabilmente, fin che non entreremo in punta di piedi nei territori stranieri, fino ad allora saremo complici di un disastro ambientale irreversibile.
Il Borneo è gravemente malato!