Distese di ulivi e venditori di arance. Un misto tra un viaggio siciliano e uno greco. Il paese delle ceramiche artigianali e dei tappeti fatti a mano. Le meravigliose porte arabe e il canto del muezzin che rimbomba tra le vie delle medine.
Un paese segnato da tensioni politiche e sociali.
L’aspetto un po’ “decadente” racconta di un turismo goliardico in voga negli anni 90’, venuto improvvisamente a mancare. Gli edifici scoloriti e la pochissima presenza di viaggiatori ne sono la prova concreta.
È un viaggio da intraprendere con la curiosità e con la voglia di scoprire un luogo fuori dai circuiti turistici più in voga.
Abbiamo noleggiato una macchina all’aeroporto di Tunisi e ci siamo spostati in autonomia tra la capitale e Sousse. Il modo migliore per esplorare una terra ricca di meraviglie.
Le strade sono in buono stato. In prossimità dei centri abitati il traffico diventa congestionato, ma tutto sommato la viabilità sul territorio è scorrevole. La guida “pazza” dei tunisini trascina in un contesto senza regole, dove paradossalmente diventa facile orientarsi e capire come muoversi. Non solo colpi di clacson, ma anche sorrisi, ringraziamenti reciproci e gesti gentili, fanno parte di questo codice della strada così confusionario.
Nonostante la socialità e la gentilezza dei tunisini, durante il viaggio abbiamo intuito un clima di difesa e di vigilanza. C’è polizia ovunque. Ad ogni rotonda è posizionato un posto di blocco, i veicoli sono protetti da reti anti sfondamento, nelle principali città i corpi di sicurezza si intensificano e nel centro di Tunisi è collocato anche l’esercito.
La loro presenza è discreta; se da un lato aumenta la precezione di sicurezza, dall’altro viene spontaneo porsi alcune domande.
Vi racconto il nostro viaggio di una settimana (nel mese di gennaio), in una terra dove spesso eravamo gli unici turisti.
Abbiamo deciso di non includere le zone desertiche meridionali, perché ci piacerebbe organizzare un altro viaggio dedicato. Con il tempo a disposizione abbiamo preferito valorizzare la lentezza della scoperta, concentrandoci prevalentemente tra le numerose medine e la cultura locale.
Abbiamo trascorso 3 notti a Sousse e 4 notti a Tunisi, spostandoci quotidianamente con la macchina.
Le tappe da non perdere:
El Jem, un bellissimo anfiteatro, simile al Colosseo. Con un biglietto d’ingresso, acquistabile in loco, è possibile visitare l’interno.
Qayrawan, la città sacra della Tunisia. Ospita la più antica moschea del Maghreb: un edificio in pietra dalla forma squadrata. All’interno spicca la concatenazione degli archi e il pavimento in marmo che ricopre l’intero cortile. Il minareto diffonde la cantilena del muezzin agli orari prestabiliti. Un luogo emozionante, suggestivo, dove entrare con abbigliamento consono e il capo coperto. Qayrawan custodisce anche una delle medine più belle della Tunisia. Eravamo spesso le uniche persone a passeggiare in quel groviglio di stradine. Le vie strettissime, i colori bianco e blu e la moltitudine di gatti, ci hanno ricordato la “chora” greca. A Qayrawan non ci sono veri e propri souk, ma qualche negozio dislocato qua e là, dove gli artigiani danno vita ai loro prodotti. È una medina tranquilla, lontano dalla confusione e dal commercio.
La Medina di Tunisi è una delle più belle e autentiche viste finora. Si entra a piedi dalla maestosa porta Bab Al-Bhar. I souk assomigliano a quelli di Marrakech: un labirinto di vie colme di bancarelle, negozi e artigiani all’opera. È la parte più bella del viaggio. Da non perdere le terrazze panoramiche tempestate di maioliche; uno dei luoghi iconici della Tunisia. La vista dall’alto è suggestiva; ci si rende conto della moltitudine di edifici costruiti l’uno a ridosso dell’altro. Ordinate un buon tè alla menta (con i pinoli) e rilassatevi facendovi scaldare dai raggi del sole. Raggiungere le terrazze non è semplice, perché nella medina si perde il senso dell’orientamento: chiedete informazioni per il “Café Panorama”, oppure digitate su Google Maps “terrasse avec vue panoramique”. A Tunisi visitate anche Piazza della Kasbah e la Grande Moschea Jamaa ez-Zytouna.
Il Museo del Bardo, un tuffo nella storia, dove osservare mosaici e oggetti del passato.
Biserta, un’affascinante cittadina sul mare. Spicca la muraglia color sabbia e le abitazioni colorate che si riflettono sull’acqua. Un’atmosfera malinconica e allo stesso tempo seducente.
Sidi Bou Said, la Grecia in Tunisia. Una via di ciottoli che conduce ad una bella vista sul mare. Le cupole, i contrasti bianchi e blu e l’architettura, ricordano vagamente Santorini. È un luogo turistico che vale la pena visitare. I negozi, dislocati lungo il percorso, propongono souvenir originali (tra i quali anche le ceramiche di Sejnane).
Sousse, Monastir e Hammamet sono piccole città sul mare, racchiuse da antiche fortezze. Da non perdere il tramonto sulla scogliera di Monastir (dov’è ubicato il mausoleo Sidi Al-Ghadamisi). Vale la pena raggiungere il mausoleo Bourguiba e vivere la frequentatissima Place des Arts. Ad Hammamet concedetevi una passeggiata sul lungo mare, mentre a Sousse visitate la sua nostalgica medina, con vie che si snodano tra grosse mura un po’ arroccate.
Nabeul, il paese delle ceramiche. Ricco di botteghe che propongono oggetti originali, dipinti a mano.
A proposito di ceramiche; a noi sono piaciute quelle berbere di Sejnane, un piccolo villaggio rurale a circa due ore di macchina da Tunisi. Purtroppo non l’abbiamo raggiunto, ma ci siamo recati alla bancarella ambulante, dove abbiamo acquistato oggetti unici nel suo genere. Si trova a Soukra, posizionato vicino al Carrefour Express (poco distante dall’ospedale). “Poterie sajnene” è il loro nome su Facebbok.
Il consiglio è quello di non fermarsi ai principali punti di interesse della Tunisia, ma di visitare anche i posti limitrofi, dove apparentemente non c’è niente, ma spesso è lì che si incontra la vera anima del paese. Abbiamo camminato per le vie fangose di un mercato locale, poco distante dall’anfiteatro El Jem, mischiandoci totalmente con il contesto locale. Abbiamo chiacchierato a lungo con un signore tra le bancarelle di abbigliamento a Biserta e abbiamo passeggiato sul lungo mare de La Goletta.
La moneta locale è il Dinaro tunisino: 1 dinaro equivale circa a 0,30 centesimi (gennaio 2025). Anche se le carte sono accettate quasi ovunque, conviene prelevare i contanti nei numerosi ATM (presenti nelle principali città).
Il costo della vita è mediamente basso rispetto all’Europa.
Ci siamo fermati spesso ad acquistare il pranzo nei take away lungo la strada. Più o meno propongono tutti le stesse pietanze: il “mlawi”, una specie di piadina arrotolata, farcita a piacere (tonno, carne, verdure e ovviemnte l’harissa), oppure il “chapati”, simile al precedente, cambia l’impasto del pane e la presentazione. In Tunisia imparerete ad amare il piccante; l’ “harissa” (una salsa di peperoncino) la servono ovunque.
La sera, nei ristoranti, abbiamo assaggiato la kamounia (seppie e gamberi in salsa rossa con cumino), il kabkabou du poisson (uno stufato di pesce in salsa rossa), il brik (una specie di “panzerotto” fritto, farcito con formaggio, carne o pesce e spesso l’uovo crudo), la mechouia (una spaecie di salsa con le verdure grigliate) e il classico cous cous. Assaggiate i tantissimi dolci: la Tunisia è colma di pasticcerie e non è raro osservare i locals con in mano i box di paste.
“Posticini carini” dove andare a mangiare:
– M’Rabet (si trova nel grovigio di vie nella medina di Tunisi);
– Bab Tounès (il nostro preferito, si trova all’inizio della medina di Tunisi);
– El Ksiba (sul porticciolo di Biserta).
La sera il centro di Tunisi è deserto. Dopo il tramonto ci sono pochissime persone che camminano lungo la strada. Gli uomini si incontrano nei bar, bevono alcolici e fumano sigarette (in Tunisia si può ancora fumare all’interno dei locali).
La zona migliore dove soggiornare a Tunisi?
Nei pressi dell’arteria principale, Av. Habib Bourguiba. Raggiungibile in macchina e perfetta per arrivare nel cuore della medina a piedi (sarebbe funzionale prenotare un hotel con il parcheggio privato, altrimenti in zona ci sono diversi parking a pagamento). Consigliamo l’Hotel Tiba.
La Tunisia è una meta stupenda, a sole due ore di aereo dall’Italia.