Le Everglades sono un’ “ecoregione paludosa subtropicale”, e parte di questa zona appartiene ad un’area protetta, che è possibile visitare con apposito tour organizzato.
Non avevo mai visto una vera palude, né avrei mai immaginato di vederne una. La parola “palude” esisteva solo nel mio vocabolario da quando, da piccole, io e la mia amica giocavamo lungo le rive del torrente Enza, facendo finta di essere appunto in una “palude”.
A Miami mi si è presentata l’occasione e ho subito accettato con entusiasmo di partecipare al tour guidato di mezza giornata.
Mi sembrava strano: “sono in una grande città e mi propongono di andare a vedere una palude“, i due estremi e non sono neanche così distanti l’una dall’altra.
Da South Beach avremo impiegato circa 40 minuti di pullman per arrivare alle Everglades.
A Miami Beach sono presenti moltissimi uffici del turismo che propongono interessanti escursioni nelle zone limitrofe. Sono tour molto turistici, ma visto il pochissimo tempo a disposizione, abbiamo deciso di acquistarne uno senza ragionarci troppo su. Il mio unico obiettivo era vedere quella palude che tanto ne sentivo parlare.
Il prezzo è più o meno uguale dappertutto: 55 euro a persona circa. La compagnia che effettua l’escursione è sempre la stessa, ovunque. Quindi che scegliete un ufficio del turismo piuttosto che un altro, alla fine i pullman arrivano tutti allo stesso punto: il “Sawgrass Recreation Park”.
Ecco, non andateci!!!
La giornata inizia a bordo di un pullman a due piani, rosso, che “raccoglie” i turisti dal proprio hotel (o zona limitrofa). Fa scalo nell’ufficio del turismo principale (vicino alla Lincoln Road) e lì si viene smistati tra i vari tour proposti. C’è un ammasso di persone.
Già lì ero pentita di aver preso parte al tour, perché non è affatto il mio modo di viaggiare.
Finalmente saliamo sul pullman diretto alle Everglades e dopo circa 40 minuti di viaggio arriviamo a destinazione.
C’erano molte persone, ma la gestione del parco sembrava efficiente ed ero contenta del mio imminente tour nella palude…
Ma… ALT… prima di salire a bordo della nostra “airboat”, bisognava passare in una zona, ben segnalata da un cartello “Animal Exibithion”. Io ho proseguito la camminata, con la speranza di avere letto male il cartello…
In un attimo mi sono ritrovata esattamente nel luogo più schifoso di questa terra, dove mai avrei voluto essere: coccodrilli in gabbia, animali tropicali tenuti in cattività e minuscole pozzanghere con dentro qualche cucciolo di coccodrillo. Gli addetti del parco, prendevano brutalmente i piccoli di coccodrillo e gli mettevano il nastro adesivo attorno alla bocca, per poi darli in mano alle persone e scattare foto, a mio avviso tristissime!
Non riuscivo a capire come mai, in mezzo a così tante persone, solo io riuscivo ad essere sensibile a così tanta sofferenza, mentre intorno a me urlava una folla, con bambini capricciosi e con i cellulari in mano pronti a scattare.
Mi sono vergognata di essere lì, ma la colpa più grossa era di avere alimentato questo turismo disumano e irresponsabile.
Gli animali si possono vedere in libertà, non sono nati per vivere in gabbia!
La bellezza della natura è proprio la sua imprevedibilità, osservare gli animali nel suo habitat naturale è un’emozione indescrivibile e soprattutto rispecchia la realtà.
Ho prenotato l’escursione inconsapevolmente, di fretta, senza informarmi, ma questa non può essere una giustificazione… sono finita in uno zoo!!
Successivamente, dopo aver assistito spiacevolmente a quel teatrino squallido e insensibile, siamo riusciti a fare il tour nella palude. Il mio umore non poteva essere al top, ma viaggiare nelle acque paludose è stata un’esperienza molto bella, sembrava di volare a pelo d’acqua.
Abbiamo visto due coccodrilli e una tartaruga carnivora.
Fare un’escursione alle Everglades credo sia doveroso, è un’esperienza affascinante, che merita di essere vissuta, ma fate attenzione al tipo di tour che scegliete.