Questi sono i primi pensieri che ho stilato durante il viaggio, per descrivere le mille sfaccettature dell’isola e rileggendoli ho pensato che Fuerte è proprio così…
Di seguito riporteremo la nostra personalissima lista dei “luoghi da non perdere” durante un viaggio a Fuerte.
Per rendere il racconto più ordinato e comprensibile, divideremo l’isola tra “nord” e “sud”, proprio come abbiamo fatto durante il nostro soggiorno.
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COSA VEDERE NELLA ZONA SUD DI FUERTEVENTURA:
Playa de Sotavento de Jandía, una spiaggia caratterizzata da lingue di sabbia dorata che emergono durante la bassa marea. Qui, nelle giornate più ventose, si pratica il kitesurfing e il windsurfing, uno spettacolo molto bello a cui assistere (o provare…). Nelle vicinanze consigliamo anche altre spiagge: Playa Mal Nombre, Playa Butihondo e Playa De La Barca.
Morro Jable (Playa del Matorral), è il paese turistico più a sud dell’isola, è connotato dal suo porto ben servito e da un bel lungomare che separa il centro del paese dall’enorme spiaggia del Matorral. Si tratta del classico “spiaggione”, dove crediamo sia impossibile trovare sovraffollamento di gente, poiché le sue dimensioni sono davvero notevoli. La caratteristica di questo posto, è proprio il Faro de Morro Jable, che si contrappone al classico paesaggio balneare, regalando quella punta di malinconia e desolazione al luogo.
Playa de Cofete e il Faro de Jandia, i posti più sperduti dell’isola.
Tanto remoti, quanto conosciuti e pubblicizzati, infatti la prima cosa che ci hanno detto appena atterrati a Fuerte, è stata proprio “non perdetevi Cofete”, forse anche perché raggiungerla è un po’ un’impresa titanica.
Playa de Cofete si trova nell’estremo sud, a ridosso del Pico de la Zarza, dalla parte opposta la costa orientale, dove sorgono i principali centri turistici.
Guardando la cartina sembra pressoché vicina, in realtà è solo un’illusione, infatti occorre oltrepassare la montagna, percorrendo una strada sterrata piena di curve e a tratti priva di protezioni laterali. Noi, partendo da Costa Calma, abbiamo impiegato circa un’ora per arrivare.
Ci sono anche i pullmini che fanno da spola, ma abbiamo preferito raggiungere Cofete autonomamente, perché il tragitto (divertente e tutt’altro che impossibile) è già l’inizio dell’avventura e crediamo sia un valore aggiunto che permette di apprezzare ancor di più questo luogo così remoto.
Durante il percorso incontrerete capre e asinelli in libertà.
Playa de Cofete è una spiaggia gigantesca che sorge ai piedi del Pico della Zarza e qui il paesaggio è unico, si ha la percezione di camminare all’infinito in riva al mare… . Il rumore potente delle onde sovrasta il silenzio del contesto desolato.
A differenza delle altre spiagge, è veramente suggestiva solo se il cielo è grigio e le onde spumeggianti riescono a creare una leggera foschia; solo così Playa de Cofete diventa davvero un luogo originale e caratteristico.
Durante il percorso in macchina, girovagando tra i sentieri sterrati della zona, concedetevi una sosta in cima, presso il belvedere che regala una visuale meravigliosa sulla spiaggia …fate attenzione al vento, qui porta letteralmente via!
Infine, imboccate il sentiero che conduce al Faro de Jandia, l’estremo sud dell’isola, arrivare qui è un po’ come essere arrivati ai confini del mondo.
Betancuria: la storia narra sia il primo centro abitato dell’isola, fondato dai colonizzatori spagnoli. Oggi è forse il più famoso dei paesi rurali che sorgono al centro dell’isola. Lo si visita in pochissimo tempo ed è suggestivo passeggiare tra le stradine di un villaggio così antico.
Molino de Antigua e Museo del Queso Majorero (la parola “majorero” indica gli aborigeni canari, i nativi dell’isola).
Si tratta di un museo del formaggio, alimento tipico della zona. Le sue dimensioni sono ridotte e si trova non lontano da Betancuria.
Il mulino, all’entrata, merita qualche scatto. L’ingresso al museo è a pagamento. Noi non siamo entrati, ammirando solo dall’esterno.
El Puertito de los Molinos, uno dei nostri posti preferiti a Fuerteventura.
E’ un minuscolo villaggio di pescatori, dove ancora i segni del turismo non sono stati impattanti per l’ambiente. Non c’è nulla, se non una piccola spiaggetta contornata da rocce scure, qualche casetta a ridosso sul mare e un ristorantino…..
Qualcuno sostiene ci siano alcune grotte nei paraggi, raggiungibili a piedi con la bassa marea: noi, purtroppo, non abbiamo avuto il piacere di vederle.
Grotte di Ajuy, assolutamente da non perdere.
Si raggiunge l’omonima spiaggia nera di Ajuy e si procede a piedi lungo il sentiero sulla roccia (a destra guardando il mare); ad un certo punto si scende da una scala non troppo ripida e si arriva alle meravigliose grotte. Il percorso è fattibile e richiede circa 20 minuti a piedi.
Playa de Tarajalejo, Las Playtas e Faro de Entallada, sono le tappe durante il nostro trasferimento dal sud al nord dell’isola.
Tarajelejo non è altro che una spiaggia di sabbia nerissima, mentre Las Playtas è un piccolo paesino poco frequentato, dove abbiamo avuto modo di vedere qualche abitazione locale, la chiesetta e il campo da calcio; da visitare solo se si passa di lì senz’altro.
Il Faro de Entallada, invece, è consigliatissimo. Si tratta di un faro dall’aspetto insolito, che sorge in cima ad una scogliera. Il luogo, un po’ inconsueto, e la strada tumultuosa per raggiungerlo, fanno di Entallada una meta emozionante e visionaria.
Caleta de Fuste, è il classico paese colmo di alberghi di un certo livello, spiagge attrezzate ed esercizi commerciali. Noi siamo passati solo in transito, mentre raggiungevamo Corralejo.
Puerto Del Rosario (e Salinas Del Carmen), il capoluogo di Fuerteventura. Purtroppo non sappiamo dire molto su questa cittadina, poiché l’abbiamo solo attraversata più volte in macchina senza mai sostare. L’idea che ci siamo fatti è quella di un luogo ben frequentato, dove forse vive la maggior parte della popolazione locale. Qui, oltre ai vacanzieri, abbiamo notato la quotidianità delle persone, fuori dai circuiti turistici e la presenza di un’urbanistica molto più comune e banale.
Conosciamo invece un po’ meglio Salinas del Carmen, un posticino alla periferia di Puerto del Rosario, dove sorgono le caratteristiche saline. E’ possibile visitarle dall’esterno (come abbiamo fatto noi), oppure tramite il museo a pagamento.
COSA VEDERE NELLA ZONA NORD DI FUERTEVENTURA:
Corralejo, forse il nome più pronunciato quando ci si riferisce all’isola di Fuerteventura. E’ un antico villaggio di pescatori, oggi centro nevralgico dell’isola, quello che ospita la clientela italiana.
Per Corralejo intendiamo in realtà il “Casco Viejo”, il fulcro del paese, caratterizzato da un lungomare molto curato, colmo di ristorantini dalla location moderna e attraente.
Nelle vie centrali sorgono numerosissimi negozi di abbigliamento, che vendono le marche più in voga, come Billabong e QuickSilver. Si trovano anche alcuni negozietti locali che vendono bellissimi oggetti di autentico artigianato.
A Corralejo si respira quell’atmosfera e quello stile “surfer” che caratterizza un po’ l’isola.
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Dune di Corralejo (e Grande Playa)…spettacolari!! Non hanno bisogno di particolari descrizioni, sono un piccolo assaggio di deserto su un’isola spagnola. Consigliamo di raggiungerle anche per la cosiddetta “golden hour” (l’ora del tramonto), dove la luce infuoca la sabbia e lo spettacolo è assicurato.
In prossimità delle dune si trovano alcune spiagge, tra cui Grande Playa.
El Cotillo, il nostro paese preferito.
E’ una località turistica, ma a differenza di altri luoghi, si percepisce ancora quell’atmosfera autentica, umile e genuina. L’ambiente è semplice e allo stesso tempo originale, ricco di ristoranti di un certo livello e viuzze che raccontano storie dal mare.
Consigliamo di visitarlo verso sera, oppure alla mattina, quando la gente popola timidamente i bar e i negozi alzano le saracinesche per vendere oggetti di artigianato locale.
Vale la pena una visita anche al Faro El Toston.
Playa de la Concha, si trova a El Cotillo e per noi è la più bella dell’isola. La sua conformazione non è semplice e lineare, ma si presenta sotto forma di molteplici baie, collegate tra loro da strisce di roccia nera. Qui l’Oceano sembra più tranquillo e l’acqua è limpidissima.
Percorrendo la costa, in direzione sud, si raggiunge Playa del Aguila, totalmente differente da Playa de la Concha, infatti è più desolata e adatta a chi pratica surfing. Ancor più a sud, si trova Playa de Esquinzo, ma noi non l’abbiamo raggiunta.
Pop Corn Beach (e Majanicho), già il nome dice tutto.
Una spiaggia situata nell’estremo nord dell’isola, in prossimità di Majanicho, una paesino caratterizzato da una decina di casette sul mare, segnate dalle tracce del tempo trascorso.
La Pop Corn Beach, non sarebbe nulla di che, se non fosse per i suoi sassolini molto simili ai pop corn che la rendono un posto davvero unico al mondo…
Calderòn Hondo, qui si cammina intorno al cratere del vulcano, un’esperienza spettacolare. Lo si raggiunge a piedi, parcheggiando la macchina direttamente sulla strada per Majanicho. Si percorre un sentiero un po’ in salita e si arriva direttamente ai bordi del cratere; è un panorama mozzafiato!
Purtroppo ho notato che è possibile raggiungere la vetta del Calderòn Hondo in sella ai cammelli…credo sia un business abbastanza triste e innaturale. Gli animali sono belli quando sono in libertà e soprattutto nel loro habitat!
Montaña de Tindaya, Tefìa e Alcogida, sperduti tra i monti, nel cuore di Fuerteventura.
Tindaya, chiamata anche “montagna sacra”, è forse l’altura più imponente dell’isola. Ai suoi piedi sorge un piccolo paesino, con un’agenzia turistica dove poter chiedere qualche info a riguardo.
Noi abbiamo declinato la possibilità di trekking e passeggiate tra sentieri del Tindaya, ma ci sarebbe piaciuto poter osservare i “podomorfos”: incisioni su pietra che assomigliano a giganteschi piedi. Sono tipici della cultura aborigena canaria, che attribuiva a questa montagna poteri magici.
Tefìa, invece, è un piccolo villaggio agricolo, che sorge tra la roccia vulcanica e le strade poco battute. E’ possibile osservare uno dei tipici mulini di Fuerteventura, inoltre è presente un osservatorio astronomico.
Abbiamo scoperto che l’isola gode di diversi punti astronomici, tra cui anche l’osservatorio di Sicasumbre.
Tefìa ospita anche l’ecomuseo di Alcogida: si tratta di sei o sette abitazioni tipiche, dove è ancora possibile osservare lo stile di vita degli agricoltori majoreri.
L’ingresso è a pagamento, e la visita guidata dura circa un’ora.
Aguas Verdes (Playa del Valle), qui si trovano le classiche piscine naturali, tipiche dei ritratti paesaggistici delle Isole Canarie.
E’ una spiaggia le cui rocce formano dei veri e propri buchi che si riempiono con l’acqua del mare e formano delle suggestive piscine dal colore verdastro.
Se avete il coraggio fate un bel tuffo…!
ESCURSIONI GIORNALIERE:
Isla de Lobos è l’isolotto che si intravvede a nord-est di Fuerteventura. Si trova proprio di fronte al porto di Corralejo e si presta molto bene per escursioni giornaliere.
La si raggiunge con circa 10 minuti di navigazione, a bordo dei numerosissimi “taxi boat” che partono tutti i giorni (e più volte al giorno) dal porto di Corralejo.
Prendere parte a questa “escursione” è molto semplice: basta recarsi al porto qualche giorno prima e avvicinarsi alle tante casette che propongono tour. Noi abbiamo scelto “Corralejo charter & fishing”, ma comunque si equivalgono più o meno tutte.
Il prezzo è 15 euro a testa, andata e ritorno.
Per approdare sull’Isola di Lobos è necessaria un’apposita autorizzazione: si richiede on line qualche giorno prima direttamente sul sito ufficiale (a noi l’hanno procurata direttamente i ragazzi del taxi boat al momento della prenotazione in loco).
L’Isola di Lobos è talmente piccola che la si gira tranquillamente a piedi.
Dal molo, con una passeggiata di circa 15 minuti, si raggiungono le due spiagge principali (entrambe non attrezzate): “Las Lagunitas”, a destra, più rocciosa e variegata, e a sinistra “Playa de la Calera” (o Concha de Lobos), più lineare e semplice.
In queste spiagge l’acqua è limpidissima e i suoi colori tendono all’azzurro molto chiaro…
Nei pressi del molo è presente un ristorante (El Puertito), che solitamente resta chiuso il sabato.
Per i più temerari è possibile salire in cima alla Montagna “La Caldera”, uno dei tanti vulcani della zona, con una camminata (in salita e un po’ faticosa) di circa 45 minuti.
Da lassù si gode una bella vista su tutta l’Isla de Lobos e le Dune di Corralejo.
Non crediamo sia possibile soggiornare su questo isolotto, anche perché è priva di strutture ricettive, eccetto qualche casetta un po’ arroccata nei pressi di Las Lagunitas.
Lanzarote; clicca QUI per saperne di più sulla nostra escursione giornaliera “fai da te” a Lanzarote.
Siamo certi di non essere stati esaustivi nell’elencarvi i luoghi di maggior interesse di Fuerteventura, ce ne saranno molti altri a noi sconosciuti, ma ci auguriamo che questa sintetica scaletta possa esservi di aiuto nella pianificazione del viaggio. La regola è sempre quella di esplorare, di andare oltre i luoghi suggeriti e di percorrere anche quei sentieri che sembrano non portare a nulla, perché la maggior parte delle volte è proprio lì che si trova qualcosa di interessante.
Noi, ad esempio, con il senno di poi, avremmo sicuramente aggiunto al nostro tour un trekking al Barranco de las Penitas e una capatina a Playa de los Ojos per ammirare la bellezza della sua grotta (raggiungibile con la bassa marea).